Mercoledì 14 settembre 2022

Nel secondo trimestre tasso di occupazione oltre il 60%, ma un lavoratore a termine su due è under35

a cura di: Dott. Gianmaria Vianova
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Nel secondo trimestre tasso di occupazione oltre il 60%, ma un lavoratore a termine su due è under35

In primavera il mercato del lavoro ha continuato ad inanellare statistiche positive, attenzione però ai dati relativi alle fasce più giovani: gli under35 rappresentano oltre il 50% dei contratti a termine.

Istat nel secondo trimestre 2022 registra un aumento dell’occupazione rispetto al periodo precedente dello 0,5%, raggiungendo il tasso complessivo del 60,2%. A questo incremento dell’occupazione è corrisposta una riduzione dei disoccupati (scesi all’8,1%) e degli inattivi (pari al 34,4%). Tutti e tre gli indicatori puntano insomma nella direzione positiva, certificando un miglioramento a livello macro dello stato del mercato del lavoro in Italia. Questa ipotesi è rafforzata dal numero delle ore lavorate, indicatore che meglio rappresenta la mole di fattore “lavoro” apportata al sistema economico in un dato intervallo di tempo. Nel secondo trimestre 2022 è infatti aumentato sia il monte delle ore lavorate, cresciute del 2,6% rispetto al trimestre precedente e addirittura dell’11,0% rispetto allo stesso trimestre del 2021, sia le ore lavorate per dipendente, con una crescita del 5,6% rispetto all’anno precedente.

Registra Istat: “Il tasso di posti vacanti, pari al 2,2%, si attesta al livello più elevato dall’inizio del periodo di osservazione, con una variazione rispetto al trimestre precedente di 0,2 punti percentuali; in termini tendenziali, la ripresa risulta pari a 0,4 punti percentuali”.

La ricerca di lavoro in Italia resta ancora fortemente legata al canale informale di parenti, amici e conoscenti (accade nel 74,8% dei casi) anche se il sostenimento di un colloquio è sempre più frequente (25,3%), così come l’utilizzo dei centri pubblici per l’impiego (21,3%) e delle agenzie private di intermediazione (19,6%).

La quota di persone che si definiscono “scoraggiate” nella ricerca di un lavoro sono diminuiti dell’8,1% mentre gli inattivi del 4,4% rispetto al secondo trimestre del 2021. Da rilevare come i principali driver di questa discesa sono da imputare all’arrivo degli esiti della ricerca di lavoro stessa (-18,7%).

“Dal lato delle imprese, nel secondo trimestre 2022 la domanda di lavoro prosegue la sua sostenuta crescita”, recita il rapporto Istat. “L’aumento congiunturale delle posizioni totali si attesta allo 0,8% nell’industria e all’1,4% nei servizi privati, con variazioni di intensità diversa nelle sue componenti: nei full time si registra una variazione positiva dell’1% nell’industria e del 2% nei servizi; per i part time invece l’aumento è più ridotto, pari allo 0,2% nell’industria e allo 0,5% nei servizi”.

Istat si sofferma poi sullo stato dell’occupazione giovanile. Tra il secondo trimestre 2022 e quello del 2021 il tasso di occupazione tra i 15-34enni è cresciuto del 3,5% (toccando il 44,2%), una crescita circa doppia rispetto alla fascia d’età 35-64 anni (+1,7%). “Nel dettaglio, la crescita dell’occupazione giovanile ha riguardato il lavoro alle dipendenze, sia a termine (+182 mila, +12,3% rispetto al secondo trimestre 2021) sia a tempo indeterminato (+219 mila, +8,4%), mentre è proseguito il calo degli indipendenti (-10 mila, -1,2%)”.

Segue un dato di notevole interesse: “Nel secondo trimestre 2022, il 31,5% dei giovani svolge un lavoro a tempo determinato (8,5% tra gli adulti) e gli under35 rappresentano più della metà del totale dei dipendenti a termine (52,3%)”. Un elemento di riflessione di cui tenere conto quando si tracciano fotografie sullo stato del mercato del lavoro italiano.

DOCUMENTI E SERVIZI IN EVIDENZA:
  • Contratto di cessione dei diritti al brevetto

    Con il "contratto di cessione" il titolare trasferisce a titolo definitivo il proprio diritto, perdendone la proprietà a favore del cessionario, di regola dietro pagamento di un prezzo. 
    Generalmente si ricorre alla stipulazione di contratti di cessione di tecnologie quando non si ha interesse ad essere presenti nello specifico mercato al quale si riferisce il prodotto o procedimento inventato; mentre si ricorre alla cessione di un segno distintivo quando non si intende più utilizzarlo, solitamente a seguito dell'alienazione dell'azienda alla quale il segno si riferiva.

    a cura di: Dott.ssa Cinzia De Stefanis
  • Atto dichiarativo di impresa familiare

    L'art. 230 bis del codice civile costituisce una norma di chiusura in quanto regola i rapporti che si vengono ad instaurare tra titolare dell'impresa e suoi collaboratori - parenti e affini - quando tra questi non sia stato configurato un diverso rapporto [quale prestazione di lavoro subordinato (art. 2094 del codice civile), società (art. 2251 del codice civile), associazione in partecipazione (art. 2549 del codice civile), o comunione di azienda (art. 177 del codice civile)].
     Ad ogni modo, quando il rapporto tra familiari risulta inquadrabile nell'ambito dell'impresa familiare, la norma prevede che qualora i collaboratori prestino la loro attività di lavoro in modo continuativo nella famiglia o nell'impresa familiare, gli stessi hanno diritto al mantenimento secondo la condizione patrimoniale della famiglia e, in proporzione alla quantità e qualità del lavoro prestato, a partecipare:

    • agli utili dell'impresa familiare;
    • ai beni acquistati con essa e agli incrementi dell'azienda, anche in ordine all'avviamento.

    a cura di: Dott.ssa Cinzia De Stefanis
  • Ricorso avverso avviso di accertamento. Eccezione di decorso del termine decadenziale

    Ricorso avverso avviso di accertamento. Eccezione di decorso del termine decadenziale

    La sospensione di cui all'art. 67. D.L.n.18/2020, pari ad 85 giorni non può essere considerata operante, come confermato dalla stessa Agenzia delle entrate nella circolare 20.08.2020, n. 25, secondo cui "…può ritenersi ormai superata ….” in quanto lo stesso periodo (8 marzo - 31 maggio 2020) è ora ricompreso nel più ampio arco temporale in cui opera la proroga dei termini di decadenza disciplinata dall'articolo 157, D.L. n. 34/2020.

    a cura di: Dott. Attilio Romano
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